Intervista a Luisa de Santis su Sotto... sotto... strapazzato da anomala passione

19 febbraio 2022

Nella filmografia di Lina Wertmüller i titoli hanno sempre contato enormemente, eppure Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione non suona granché bene, danneggiato da una punteggiatura claudicante e dalla declinazione al maschile del participio “strapazzato”. Poiché il protagonista è Enrico Montesano, a rigor di logica, dovrebbe essere lui, lo strapazzato. Eppure l’“anomala passione” – secondo il senso comune del 1984 – è quella che coinvolge sua moglie, interpretata da una sognante Veronica Lario, futura signora Berlusconi, e un’amica di quest’ultima, Luisa de Santis.

Il film di per se stesso non è riuscitissimo, anche perché l’iperbolica reazione del falegname Oscar (Montesano), quando apprende che la moglie Ester si è innamorata di un’altra persona, permette alla regista di mettere in campo i peggiori cliché del wertmüllerismo, tra strilli, parolacce e ceffoni. Alla fine ci scappano anche un accenno di stupro e una coltellata, che Montesano si autoinfligge aggredendo la consorte e colei che scopre essere l’oggetto del suo desiderio, la farmacista Adele. La cosa gli viene comunque condonata perché, come molti uxoricidi (mancati o riusciti), Oscar viene giustificato “per aver amato troppo”.

Questa quattordicesima opera wertmülleriana ha comunque al suo attivo una love story tra donne non convenzionale, e se è per questo neanche consumata (cosa che, se non altro, la mette al riparo da ogni sospetto di voyeurismo). Più che un rapporto lesbico a 360° gradi, questa passione può essere intesa come un tentativo di fuga, da una realtà gretta, da parte di Ester, innamorata dell’amore e patita di Casablanca, la quale vede in Adele un’anima affine. Per una regista come Lina Wertmüller, tacciata dalla giornalista femminista Patrizia Carrano «di odiare le donne come e peggio di un uomo, senza però poterle amare come lui», è già un risultato rispettabile.

Della realizzazione del film abbiamo parlato con la coprotagonista Luisa de Santis…



Com’è avvenuto il tuo incontro con Lina Wertmüller?

Con Lina avevo già fatto in teatro Amore e magia nella cucina di mamma, uno spettacolo piuttosto bello. Quando poi ha dovuto fare Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione, aveva bisogno di un’attrice non molto famosa, perché il film era fatto apposta per Veronica Lario, la quale era già la compagna di Berlusconi, che era a tutti gli effetti il produttore. Quindi, per trovare un’attrice che non la oscurasse, Lina fece un po’ di provini, poi mi chiamò e mi prese. Io però non ero molto contenta di lavorare con Lina, perché era tremenda, terribile! A suo modo difendeva gli attori che aveva scelto, ma li trattava davvero a pesci in faccia. Non lo dico solo io, Lina era famosa per questo: da un lato era il suo carattere, dall’altro, essendo stata una delle primissime donne a fare la regista, si è dovuta comportare come si sarebbe comportato – secondo lei – un maschio. Comunque, era anche molto simpatica, per certi versi.

E Veronica Lario invece come si atteggiava?

Si è comportata molto bene, perché non ha mai fatto la “padrona del vapore”, nonostante il film fosse fatto per lei (anche se questo l’ho capito dopo, per ingenuità). Non ha mai fatto la diva: era molto studiosa, appassionata, intelligente, con una grande voglia di imparare, prontissima ad apprendere tutto. Non era una mezza calzetta, anzi! Le piaceva molto fare l’attrice. Berlusconi se n’era innamorato vedendola recitare a teatro con Enrico Maria Salerno, dopodiché le fece fare questo film a mo’ di contentino e la tolse di mezzo, perché poi se l’è sposata. Durante le riprese, Veronica era già incinta [NdA: di Barbara Berlusconi, nata il 30 luglio 1984].

E la Wertmüller era feroce anche con lei?

Certo, la trattava malissimo, nonostante fosse quasi la signora Berlusconi: questo non la preoccupava minimamente. Quindi ci siamo trovate quasi a doverci difendere da Lina. C’è una scena in cui Veronica deve scappare... Lina l’ha fatta correre talmente tanto, che ha avuto dei problemi con la gravidanza. Quindi Berlusconi l’ha mandata a prendere e l’ha portata a Milano in clinica. Infatti, nella sequenza del film in cui Montesano tenta di accoltellarci, non c’è Veronica, ma un’altra attrice… però con tutti i capelli davanti alla faccia non ce ne si accorge.

Berlusconi – in qualità di produttore occulto – ha interferito in qualche altro modo con la realizzazione?

Io non l’ho mai incontrato, ma so che andava in proiezione e vedeva tutte le scene che giravamo. Poi, se alcune non gli piacevano per come risultava Veronica, lo faceva presente e Lina gliele faceva rifare.

Anche se negli anni Novanta, dopo l’elezione di Berlusconi, qualcuno ha tentato di spacciare Sotto… sotto… per un film piccante, non ha comunque niente di pruriginoso o scandaloso!

C’è qualche momento un po’ volgarotto, perché Montesano era un attore un po’ greve. Però nel complesso la storia tra le due donne è molto leggera, carina, sentimentale... anche Moravia ne parlò bene, di questo rapporto.1 Poi tra Ester e Adele non succede assolutamente niente: si baciano soltanto una volta, ed è una cosa molto infantile, molto carina. Lina non ci ha mai spinto su questo versante…

È un rapporto quasi più sognato, infatti, complice anche la cornice del Parco dei Mostri di Bomarzo, in cui scatta l’intesa tra le due.

Sì, una cornice meravigliosa, fatatissima, davanti alla casetta storta [NdA: dove Ester e Adele vedono due donne baciarsi]. Poi però per girare ci siamo alzate alle quattro di mattina: ho anche dei ricordi micidiali, tra Lina e il freddo spaventoso che faceva.

Nel finale, nonostante Montesano si sia comportato da pazzo, Veronica Lario sceglie di rimanere con lui…

Se ci fai caso, io guardo verso di lei, lei guarda verso di me, come se lasciassimo questo sogno con un certo rimpianto. Però sì, è un finale all’Italiana: lei va via con quella bestia del marito, perché lui è pur sempre Enrico Montesano… tieni sempre conto che nei film le dinamiche dipendono anche dal peso dei primi attori! Inoltre erano ancora gli anni Ottanta e la produzione era (almeno sulla carta) di Cecchi Gori.

Che ricordo hai invece di Montesano?

Potrebbe essere molto più bravo di quello che è, perché è un attore dotatissimo. Però non è una gran persona. Era giusto per la parte, ma non era facile recitare con lui, perché non era granché corretto. Ciononostante, ho un ricordo abbastanza buono del film, nonostante il suo comportamento e la furia selvaggia di Lina.

Con Veronica Lario sei rimasta in contatto?

Ci siamo telefonate per un po’ di tempo, perché avevamo fatto amicizia, e ho capito che le dispiaceva di non poter continuare a fare questo lavoro… però ormai si era imbarcata nella storia con Berlusconi, quindi non ci siamo più sentite, alla fine.

Il film è il 61° incasso della stagione 1983-84… non un risultato clamoroso.

Non è stato un gran successo. Discreto, sì, ma non è un film di cui le persone si ricordano. E poi è stato bloccato e non se n’è più saputo niente. A me avrebbe anche fatto comodo che circolasse, e invece niente. In America credo che sia andato abbastanza bene, perché lì Lina era davvero adorata: gli americani credono che gli italiani siano ancora così, col coltello in mano, coi ricci in testa etc.. L’Italia di Lina gli è sempre molto piaciuta, tant’è che le hanno dato l’Oscar alla carriera prima che morisse. Non è un caso poi se Giancarlo Giannini [NdA: protagonista di Travolti da un insolito destino] è uno dei pochissimi attori famosi anche negli Stati Uniti.

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