recensione di Vincenzo Patanè
Cabaret
E' un raffinato musical, che si riaggancia alla tradizione de L'opera da tre soldi di Kurt Weil e de L'angelo azzurro. Tratto da un musical che trionfò a Broadway e che a sua volta si ispirava ad un romanzo di Christopher Isherwood, ha conquistato una grande popolarità, vincendo ben otto oscar. Le le sue canzoni (si pensi a Money, Money e Cabaret) sono tuttora celeberrime.
Il cabaret attorno a cui si svolge la vicenda è il simbolo delle ansie e dei cambiamenti in atto nella Germania prenazista. Opulenta quanto squassata da forti squilibri sociali, Berlino viveva in quegli anni un momento assolutamente particolare, di decadenza ma anche di briosa creatività: un'effervescente voglia di vivere era per molti la risposta ai tanti problemi contingenti e alle idee belligeranti e razziste che si stavano infiltrando nella società. Lo scintillante presentatore (un eccellente Joel Grey) è l'emblema di questa società ambigua e disponibile, in cui tutti i personaggi vivono con disinvoltura, a cominciare dalla protagonista, Sally.
Sally spera di trovare prima o poi il mezzo per fare fortuna ma, un po' imbranata, non riesce mai ad imbroccare la via giusta, a cominciare dal rapporto con Brian, che le vuole bene ma forse non è la persona adatta a lei. Brian, d'altra parte, si dimostra aperto ad ogni esperienza, tanto da cadere anch'egli come Sally nella rete del seducente e ricco Max: è gustosa la scena in cui Brian la invita ironicamente ad andare a letto con Max, per poi scoprire che in realtà tutti e due che quel letto lo hanno già provato... E' questo il più lampante dei tanti altri riferimenti omoerotici (come quando un biondo travestito cerca di circuire Brian) presenti nel film, che trovano ovviamente la loro esaltazione nell'ammiccante e a volte perverso presentatore.
Liza Minnelli è la debordante interprete del film, straordinaria nel cantare, dotata di un'irresistibile vis, comica e nello stesso tempo drammatica. Proprio come il film che, dietro le smaglianti coreografie e i lustrini dello spettacolo, sa creare delle giuste tensioni. Michael York è molto bravo e bello (complice anche un maglione celeste...).