recensione diAlessandro Martini
Il fantasma di Sodoma
Uno dei peggiori, se non il peggiore, film dell’ultimo periodo di Fulci. Il fantasma di Sodoma (conosciuto anche con il titolo inglese Sodoma's Ghost) fa parte di un gruppo di film scritti e diretti dal regista per una piccolissima casa di produzione, girati con un budget risibile e una troupe ridotta all'osso. Sfortunatamente le riprese furono sospese diverse volte per problemi finanziari fino a che la casa di produzione dovette dichiarare bancarotta, costringendo Fulci a "chiuderle" in anticipo (secondo altre fonti Fulci si rifiutò di terminare le riprese perché in forte disaccordo con i produttori).
Forse anche per questo motivo la sceneggiatura è estremamente lacunosa: ci sono talmente tanti "buchi" e sopratutto cose inspiegate (e inspiegabili) che alla fine il film sembra quasi un'involontaria parodia del genere.
Vengono ripresi i classici cliché nazi-erotici che più di dieci anni prima andavano tanto di moda negli innumerevoli epigoni de Il portiere di notte o La caduta degli Dei che però Fulci gira in maniera molto svogliata, dilatando eccessivamente i tempi, fino a sfiorare la noia più di una volta.
Altro grande problema del film, almeno per i fan del regista, è la pressoché totale mancanza di scene horror/splatter: c’è un solo cadavere che durante il film si decompone pian piano, purtroppo in modo molto poco fulciano: troppo poco splatter e eccessivamente artificioso!
Come da copione non poteva mancare una scena con suggestioni lesbiche: ecco così che una delle protagoniste viene importunata da una fantasmessa nazista che tenta di sedurla, per altro inutilmente, prima titillando le sue parti intime con un fiore, poi facendole credere che la sua amichetta del cuore si è lasciata andare a coccole lesbo con un'altra fantasmessa del terzo Reich. Alla fine comunque la nostra eroina resiste alle lusinghe lesbo-naziste preferendo cercare conforto fra le braccia dell'amico, fugando così ogni dubbio sulla sua omosessualità.
Scenografia, luci e effetti speciali sono coerenti con il budget: in pratica a livelli un po' più che amatoriali.
Sotto il livello amatoriale è invece la recitazione degli attori, fra cui “spicca” Sebastian Harrison che all’epoca era famoso (o almeno conosciuto) per aver interpretato il ruolo di Satomi nell'italianissima serie TV ispirata all'anime giapponese Kiss me Licia.
Consigliato solo ai fan di Fulci con forti tendenze masochiste (in tutti i sensi).