recensione diStefano Bolognini
La dolce vita gay
Romanzo breve che non sembrerebbe offrire solo, come promette minimizzando l'autore Giò Stajano (uno tra i primi omosessuali italiani pubblici), «un quadro più ampio e dettagliato circa l'ambiente che esso descrive».
L'ambiente descritto è quello della dolce vita gay della Roma degli anni Cinquanta. Ma, proprio al contrario di quanto dichiarato dall'autore, l'indagine non tralascia proprio alcun particolare.
La descrizione delle avventure del giovane protagonista, l'avvenente Tony, che decide di farsi mantenere dagli "invertiti", infatti, è solo il pretesto per Giò Stajano per raccontare con precisione millimetrica la vita degli omosessuali che vivevano in quegli anni nella Capitale. Un sottogruppo sociale che condivideva luoghi di socializzazione, linguaggio, amici, complici e amanti.
Il testo è oggi una fonte inesauribile di notizie, e descrive essenzialmente i primi locali gay romani, il battuage nei cinema, gli ambienti dell'avanspettacolo frequentati da attori gay, i bagni turchi e le feste gay di quegli anni.
La vicenda raccontata presenta una serie di personaggi che dietro ai nomi di fantasia, nascondono persone realmente vissute. Luca, il primo omosessuale ad incontrare e ad innamorarsi di Tony, è il deputato monarchico Vincenzo Cicerone, che finì su tutti i giornali per aver tentato d'impedire il matrimonio del suo amante-mantenuto.
Gli altri personaggi (tra questi Umberto II di Savoia), sono decifrabili con qualche difficoltà in più, ma certamente dietro l'attrice "Furiani" si nasconde Anna Magnani, molto avvezza a frequentare il suo pubblico gay.
Tra le pagine appare anche il caso di cronaca dell'omicidio, avvenuto per la mano dell'amante geloso, dell'attore Ermanno Randi.
Insomma, fatta la tara sul mero pettegolezzo e sul facile scandalo, su cui Giò Stajano indugiava e aveva costruito la sua carriera di scrittore, il romanzo resta una limpida testimonianza di quegli anni e di quel mondo ormai perduto.
Giusta l'introduzione di Stajano, che si scaglia senza mezzi termini contro la censura. La stessa censura che avrebbe colpito questo libro, destinandolo al sequestro.