recensione diGiulio Maria Corbelli
Quanti gay nel Vecchio Continente…
Il Vecchio Continente si popola di personaggi eccentrici, prototipi di una sessualità vissuta con dedizione piena. Ecco l’uomo di Sciacca con borsello e motorino a caccia di giovani, ecco il ragazzo che nella stazione di Vienna sente il primo impulso erotico verso un altro uomo, ecco Pilar lesbica storica del madrileno quartiere della Chueca. E poi Roma, Evora, Londra, Parigi, Copenaghen, tutte affollate da figure intense, capaci di passioni forti e storie dai colori accesi. Accesi come il rosso del sangue.
Quest’Europa sanguigna diventa “Bloody Europe!”, il titolo del primo volume pubblicato da una nuova casa editrice dedicata alla letteratura gay e lesbica. È la Playground di Roma, un campo da giochi dove “si formano i talenti o si perdono per sempre”, come recita il risvolto di copertina.
E a giudicare dalla prima uscita di questa nuova editrice, il contributo è ottimo: finalmente – non ce ne vogliano le altre – una casa editrice gay/lesbica si presenta con una veste grafica ben curata, con un formato tascabile agevole, e con una stampa priva di refusi.
“Dieci e lode” dunque alla Playground, perché “Bloody Europe!” è una piacevolissima raccolta di scritti brevi e brevissimi di autori giovani e meno giovani, italiani e non, adattissima per una lettura in viaggio, capace di suggestioni e sogni. Tra le ventisei firme che compongono il libro, si trovano vecchie amicizie come Paterlini, Golinelli, Mazzucato, Vaccarello, Stancanelli, o nuove scoperte come il trentenne Campani, il russo Kalinin, o il parigino Panel.